domenica 29 gennaio 2017

Paura dei mostri?

-Dove sei di bello?

                      Sono al cinema con Sofia-

-E cosa guardi?

                   Un film sugli alieni, Arrival-

-Così non dormi 😂

Ahahah non sono più una bambina, papà-




Dovete sapere che quando ero piccina, come tutti i bambini, ero spaventata da molte cose. Oltre all'idea dell'esistenza degli ufo e di quegli omini grigi con la testa allungata e gli occhi a mandorla neri, ero terrorizzata anche da fantasmi e dai robot. No, niente uomini neri. Per non parlare di quella volta che andai a Torino al Museo Egizio con la classe elementare. La notte rimasi sveglia con la paura che uscissero, da un momento all'altro, delle mummie da sotto al letto. Ho sudato freddo e pianto quella notte, con mia madre che innervosita mi urlava di dormire. Sì, la stressavo così tanto da ricevere solo rimproveri. 
Ero una bambina difficile, lo sono sempre stata. I dinosauri però mi piacevano; mio padre, litografo, portava spesso a casa delle riviste in francese con degli stickers enormi sui dinosauri. Ed io ne ero tremendamente affascinata. Ma allo stesso tempo ero spaventata pure da quelli. 
E' una cosa stupida, non credete?
Eppure mi ritrovo anche ora, come allora, ad aver paura di alcune cose nonostante ne sia attratta. E' la regola delle cose belle e pericolose. E' il prezzo da pagare, la paura. 
E' così strano come però affronti le cose in modo diverso. A dieci anni, quando passava per tele il film sui dinosauri, io me lo guardavo, con l'ansia alla gola e le manine sul volto, a coprirmi un occhio sì e l'altro no. Ma lo guardavo, fino alla fine. A vent'anni se mi capita di dover affrontare dinosauri, mostri o fantasmi, scappo. Forse perché la vita reale fa decisamente più spavento. 

Mio padre è una di quelle persone con cui ho litigato parecchie volte, e anche in modo pesante.
Sono stata arrabbiata, e lo sono tutt'ora, con i miei genitori. Per essersi lasciati, per aver lasciato che venticinque anni di matrimonio diventassero solo vecchi ricordi. 
Erano belli i miei genitori assieme, soprattutto visti nelle foto e immaginati nei loro racconti. Ma non tutto è destinato a durare per sempre. 
Ci ho litigato, per aver lasciato che altre persone diventassero la sua nuova famiglia, perché la sera non tornava più da me a casa. Ci ho litigato per avermi creduta più grande di quel che sono, più forte e indipendente di quel che sembro. 
Ma sapete, dopo passa. Tutto passa. Perché i genitori bisogna goderseli, quando si può. 
E anche quando tutto ti spaventa, quando ti punti come un cagnolino terrorizzato, loro son là. Sono le uniche persone, che alla fine del tunnel, ritrovo sempre. 

Così l'altro giorno ho abbracciato piangendo mio padre e mia madre, insieme, dopo tanto tempo. E mi son sentita di nuovo una bambina, terrorizzata dai mostri, ma pur sempre protetta. Finalmente di nuovo protetta. 



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