giovedì 12 novembre 2015

La Fortezza della Finta Donna Insensibile.

Io non capisco esattamente quale sia il mio dannatissimo problema. Proprio non ci arrivo.

E' stata la mia seconda uscita con Ed. La seconda.
Credo di trovarmi davvero bene con lui, è simpatico, gentile, educato.
Io invece non so come togliermi questo dannato costume da finta donna insensibile che mi sono creata. Veramente.
Potrebbe dirmi la cosa più carina, nella storia delle cose carine da dire a qualcuno, e io risponderei con una delle mie frasi da "Hey, la dolcezza non fa per me!".
Ma perché? Perché?!
Dico cose, e poi mi picchierei malamente per averle dette.

Del tipo, ci avviciniamo ad una panchina per sederci, quando lui -Dai, facciamo anche noi la coppietta di innamorati!- scherzando.
Ora. Tenetevi forte. -No sai, ho detto che non mi sono mai innamorata e non mi innamorerò mai.-
COSA STRACAZZO HO DETTO?
Ma veramente sono così stupida?

Così ha fatto una specie di sorriso un po' mozzato dalla mia grandiosa frase, e ci siamo seduti. Io credo di essere sbiancata dalla vergogna. Dai, è come se gli avessi tirato la frecciatina del "non hai speranze con me". Perché, seriamente, io con le persone non creo muri, ma vere e proprie fortezze, con trappole, coccodrilli e ponti levatoi.
Così arrivata a casa, non sapevo più dove sbattere la testa. Poi naturalmente, presa dalla paranoia, la sera stessa ho voluto scrivergli un messaggio di scuse, che ha visualizzato e a cui ha risposto il mattino dopo.

-L'1% di te l'ho capito, manca il restante 99%.

Cavolo, dice niente! Ho continuato a scusarmi.
Visualizzato, non risposto,

Panico. Ansia.
Bon, qui è finita. Andata. Ho rovinato tutto come al solito.

Nel pomeriggio, finalmente, ricevo risposta. Spiego, a grandi linee, che c'è un motivo al mio comportamento, e che vorrei dirglielo. Così lui mi consiglia di chiamarlo la sera, e così ho fatto. Abbiamo parlato tanto, e io gli ho raccontato tutte le situazioni che avevo passato negli ultimi tre anni, e che mi avevano portata ad essere così tremendamente chiusa e fredda, una persona che non ero, insomma. Lui mi ha ascoltata, e mi ha capita. Abbiamo scherzato, come al solito, e ci siamo salutati a mezzanotte.
Ho tirato un sospiro di sollievo.
Ho dormito tranquillamente.

Così ho riflettuto a lungo. Ho riflettuto sul fatto che, proprio quando pensavo di avere la mia vita in pugno, mi sono persa.
Ho dovuto prendere parecchie decisioni in quest'ultimo periodo, decisioni anche abbastanza importanti. Ma tutto ciò non mi ha resa invincibile. Col tempo ho lasciato che la mia persona cambiasse. E così ho capito che non c'è cosa più importante dei valori in cui crediamo, e che ci caratterizzano.
L'aspetto fisico non importa a tutti. Ci sono ancora persone lì fuori, che credono ancora in dei princìpi. E io mi sono persa. Ho lasciato che la mia anima si inghiottisse anche l'ultimo buon sentimento, e ho lasciato spazio solo alla mia convinzione di dove cambiare il mio corpo.

Quindi, farò tesoro di questa esperienza, e soprattutto, proteggerò a dovere i miei valori, ciò che fa di me Alana.




domenica 8 novembre 2015

Non sempre il biglietto da visita funge.

Effettivamente non saprei proprio di cosa parlarvi alle tre del mattino.
Forse che non ho sonno, come tutte le volte.
Forse che il mio cervello funziona più la notte che durante il giorno.
Ma riflettendoci un attimo, forse, ho qualcosa di cui parlarvi.

My Mad Fat Diary ci ha insegnato che un'amicizia può cambiare per vari aspetti. Cambia se cambia il rapporto con le persone, in questo caso coi ragazzi.
Spiego meglio.
Tutti sanno che noi ragazze siamo in perenne ricerca di attenzioni. Dai, è risaputo. Anche per quelle come me, dove un complimento sembra più una presa per il culo, ecco, un "come sei bella" può letteralmente cambiarci la giornata.
Quindi, detto questo, posso assicurarvi che il rapporto con le amiche cambia, soprattutto per quest'ultimo motivo.
Entrano in gioco tanti sentimenti, che a volte si vorrebbero proprio evitare.

Ricordo una puntata di quel telefilm a cui tanto mi sono ispirata. Dove Rae e Chloe litigano per l'ennesima volta, massacrandosi di invidia l'una per l'altra. Il tutto per il ragazzo più figo del gruppo.
Ecco, io sono in una situazione molto simile.
Il punto è che per quanto possa combattere per una persona (il che, a volte, non ne vale la pena), sarà sempre Sofia a vincere.
Parlo sempre del fatto che il mio difetto, purtroppo, ha un difetto stesso: quello di essere visibile a primo impatto. Perché tutti sappiamo che l'aspetto fisico è un biglietto da visita. E il mio dice:

"BENVENUTI NELLA TERRA DEGLI HAMBURGER"

Dai, seriamente.
E' vero che il fascino dura solo i primi trenta minuti, ma se uno a primo impatto non ha proprio l'intenzione di parlarci nemmeno per cinque minuti, che senso ha? Chi vince?
Sempre la bella presenza, naturalmente.
E allora è tutto una presa per il culo. La storia del bisogna amarsi, è una presa per il culo.
Perché anche se mi amo (e legge d'attrazione insegna) e anche se entro in una sorta di positività, comunque, sarà sempre Sofia ad essere notata più di me.
Ma tutta sta roba non va bene! Non va assolutamente bene!
Perché poi le amicizie si rovinano. Perché poi Sofia viene chiamata troia, e io cicciona.
Capisco gli ormoni, e tutto, ma certe volte siamo peggio di arpie. Quando l'unica cosa che davvero dovrebbe contare è il volersi bene.
Ma se c'è un ragazzo figo di mezzo...beh allora...E' LA FINE. Soprattutto perché ora il mio biglietto da visita sembra aver funzionato diversamente.

So che prima o poi arriverà la lite. Una furiosa lite. Perché tutti sanno che la quiete, a volte, è di cattivo presagio. E qui gente, è tutto troppo tranquillo e silenzioso.
E' colpa mia, forse, ma non del tutto.
Perché mi sento di nascosto con Ed, perché ci sono uscita il giorno del mesiversario di Sofi e Robin, sempre di nascosto, e perché ieri notte ci ho parlato al telefono per più di un'ora, sempre di nascosto.
Giuro, ho tentato di dirle qualcosa, anche solo di accennarle che Ed mi mette a mio agio. Ma una sera per sbaglio me ne sono uscita con una roba che potevo sapere solo avendoci parlato in privato, e lei ha capito, così mi ha risposto con un secco e freddissimo:

-Come fai a saperlo?
                       
                 Me l'ha detto prima xD-

L' "xD" calma sempre gli animi in una chat. Poi lei mi ha terrorizzata ancor più con un:

-Ah, ma quindi vi sentite in privato?

                                 Ogni tanto xD-

PROBLEMI?!

-Pensavo non vi sentiste

Ditemi voi che devo fare. E' fidanzata con Robin ma vuole stare con Ed? Se così fosse, potrei leggermente prendermela, ma proprio leggermente, dato che il mio cazzo di numero gliel'ha voluto dare lei.
Ora, conosco Sofia, fin troppo bene. E quando parla così troppo seriamente c'è qualcosa che non le va a genio. Ma non so che farci. Se già mi risponde così per due parole scambiate in privato, figuriamoci se sa che ci sono uscita da sola. Che poi non è stato manco un appuntamento, ma una semplice uscita tra due che appena si conoscono, punto.
Mi fa male non poterle confidare nulla, non poter gioire insieme a lei di queste piccole cose. Perché lei non ne sarebbe felice, e non ne capisco l'esatto motivo.
Continua ad elogiare più Ed che il suo stesso ragazzo. Ma allora a che gioco stiamo giocando? Perché ha voluto dare il mio numero a Ed, sapendo benissimo che era lei la prima a cui piaceva? Non ne capisco assolutamente il senso. Sii sincera. Ma sii sincera soprattutto con te stessa. Perché mandare avanti una relazione assaporandosi la bellezza di altri ragazzi, non è il massimo, a mio avviso.

Comunque la storia del giorno del mesiversario è assurda, e forse è stato uno dei segnali che mi ha fatto capire che in realtà ci tiene ben poco a vedermi contenta.

Spiego.

Martedì dovevamo vederci, tutti insieme. Perché, anche se in teoria festeggiavano un mese, Robin lavorava a cena, e non avrebbero potuto fare nulla di particolare. Così avevamo deciso di organizzare per andare a trovarlo a lavoro, fidanzata e amici. Il fatto è che, ad un certo punto, Sofia ci ha avvisati che Robin non avrebbe lavorato, e che quindi avremmo potuto fare le cose tranquillamente.
Ora, se il mio ipotetico e futuro ragazzo dovesse avere la giornata libera, in più il giorno del nostro primo mese, sinceramente coglierei la palla al balzo. Così io e Ed abbiamo abbastanza insistito per far si che festeggiassero da soli, perché ci sembrava giusto così.
Non l'avessimo mai detto.
Sofia ha cominciato ad alterarsi, perché ormai avevamo organizzato di uscire tutti insieme. Il punto era che il mesiversario era il loro, mica il nostro. Noi non c'entravamo assolutamente nulla.
In più era già un po' di tempo che litigavano fra loro, necessitavano di intimità.
Io e Ed abbiamo insistito con la nostra idea.
E lui ha così colto l'occasione:

-Ali, allora se hai voglia ci possiamo comunque vedere noi due!

Potete immaginare i salti di gioia che ho fatto, no?

-AUDIO DI SOFIA
*Stiamo organizzando, dategli il tempo di rispondere! E poi decidiamo noi, quindi NON PRENDETE IMPEGNI!!!!*

Potete immaginare la carogna che mi è salita, no?

Alla fine della fiera io ed Ed abbiamo insistito rimanessero soli, lei si è incazzata, Robin pure, e io sono uscita con Ed senza farmi troppi problemi. Anzi, quelli che hanno problemi sono loro, che non hanno il coraggio di rimanere soli, perché probabilmente manco si piacciono.

Quindi, gente, per una volta la cicciona ha vinto.

To be continued...







domenica 1 novembre 2015

La sbronza dell'ipocondriaca.

Sono un'ipocondriaca un po' particolare.
Normalmente penso ogni giorno che i miei dolori siano i sintomi di qualche strana patologia, che sicuramente mi porterà a non avere più di un mese di vita. Ma quando mi sbronzo tutto cambia.
La strada era così attraente ieri notte.
C'è stato un momento, mentre passeggiavo sola con Ed, dove l'idea di essere investita da qualche macchina sembrava più accogliente e meno dolorosa dello stare lì, affianco ad un tipo che sembrava un miracolo sceso in terra.

Ma partiamo dal principio di codesta magnifica serata.

Ok, a parte il fatto che prima di uscire di casa, mi sono preparata una bella e sanissima insalata di paranoie, ansia e disagio, condita con un filo di bassa autostima e un pizzico di tachicardia.
In macchina con due mie amiche e Sofia, mi sentivo svenire. Ero attaccata ai sedili della macchina come se mi stessero lanciando nell'universo con una navicella spaziale. Infatti guardavo la luna come per dire "aspettami, sto arrivando". Ma oltre a questo, ad un certo punto sento Sofia esultare, così di botto. Io già avevo il cuore in pappa, in più lei mi fa prendere certi colpi, eh!
-Robin ha detto che sta venendo in centro con noi!-
Robin sarebbe il suo ragazzo, quello con cui ha litigato fino al giorno prima.
-Ma Ed lo sa?-
Così, tanto per parlarci, e tanto per sapere dove ci aspettava, ho scritto ad Ed.
Alle fermate. Ok. Ci aspettava alle fermate, e lui era già lì.
Fremito al cuore, stomaco che si contorce.

Trovato parcheggio andiamo verso la fermata, e mentre Sofia parlava con Ed al cellulare, dopo averlo chiamato una trentina di volte, io mi fermo per dire una cosa alle mie due amiche. Ad un certo punto spunta un viso familiare, molto familiare.
Colpo di fulmine da 500 V.
E' bello.
Bello, troppo bello.
L'ho già detto che è bello?
Ed spalanca le braccia come per dire "Oh, eccoti!", io invece lo guardo come per dire "MA PORCA EVA DA QUALE PARADISO ARRIVI?!"
Intanto Sofi aveva attraversato la strada trafficata, pensando di parlare ancora con Ed al cellulare.
-Ma scusami, pensa ancora di parlare con te?-
Ride. -Sì! Vediamo entro quanto se ne accorge.-
Appena Sofia si gira lo vede, gli corre incontro come fosse il suo ragazzo. Lo abbraccia, e se lo stringe. Giusto, mi ero dimenticata che lei potesse farlo, a differenza mia.
Insieme decidiamo dove andare. Naturalmente a bere.
Voglio dimenticare persino il mio nome, la scena di prima, e le scene future.
Che ragazza per bene, che sono.
Una volta, tra l'altro, mi ricordo di aver letto un articolo, dove citava che: la maggior parte delle persone che in età infantile, o adolescenziale, hanno seguito una dieta, avrebbero avuto più possibilità di diventare degli alcolizzati in futuro. Credo di essere l'esempio.
Ma comunque, ringraziamo che molti dei miei amici sono persone per bene, e non come me, quindi se devo sbronzarmi, lo faccio una volta ogni tre mesi.

I problemi, più o meno, son cominciati quando è arrivato Robin.
Come se nulla fosse accaduto bacia Sofia, ci saluta e comincia a fare l'idiota col suo amico Ed. Va bene, intanto andiamo a cercare un altro posto dove fermarci.
Vedo Sofia giù, perché i due "boys" erano a circa dieci metri dal gruppo, fregandosene altamente.
Mi basta dirle due parole che Robin ci vede, si gira e prende Sofi da parte. Intanto Ed mi parla. Scherzo sul suo sacchetto da classico tamarretto di strada, e ci facciamo due piccole risate, ma proprio piccole.
Sono brutta, e nemmeno simpatica. Ottimo.
Di colpo tornano, e andiamo a bere.
Dopo qualche litigata tra i due fidanzati, qualche bevuta e qualche risata, le mie due amiche tornano a casa. Così restiamo in quattro in un bar.
Io chiacchieravo affianco a Ed, un po' a rallenty, dopo il long island che mi aveva offerto.
Abbiamo parlato di musica, del fatto che mi ha sentita cantare e suonare, di scuola e lavoro. Comunque mi è sembrato un tipo abbastanza a posto.
Bon, ci alziamo e ce ne andiamo. Robin decide di portarci in una specie di parco, fottutamente isolato dal mondo. La coppia cerca di lasciarmi sola con Ed, cacciandomi e illudendosi che davvero sarebbe accaduto qualcosa. Ed mentre passeggiava in mezzo all'erba mi fa segno, come per dire "no no, vai con loro" scherzando. O almeno spero.
Così cominciamo a passeggiare da soli.
Ora, qui arriva l'apice della mia follia. Pronti?

Mentre mi parlava di qualche sua avventura da teenager, io ho sentito passare nella mia testa un'idea veloce, malsana. Era una sofferenza star lì e ricordarsi di quanto io fossi un disastro, un aborto di ciccia e carne, e niente di più. Come se non fossi una persona, come se non provassi sentimenti, come se non fossi un essere vivente. Forse avevo persino smesso di ascoltarlo.
Mi sono girata dal lato opposto, e mi sono soffermata sul rumore delle auto, che passavano a grande velocità sul corso, di fianco al parco. Ricordo di aver pensato molto velocemente "Ora salgo lungo la strada e attraverso senza guardare". 
E' stato quasi impercettibile. Ma io mi vedevo già camminare verso le macchine.
-...e comunque poi sono uscito dalla casa, e mi sono ritrovato con le ginocchia sulla neve, a pregare, non si sa per quale motivo!-
E io amo il tuo modo di parlare, dannazione.
Mi giro. Occhi azzurri. Splendidi occhi azzurri.
Sorrido.



Verso le tre del mattino Robin torna a casa. Rimaniamo solo io, Sofi e Ed, seduti su una panchina in mezzo al parco sperduto.
I due, sempre trattandosi come stessero insieme, parlavano di storie amorose, e vecchie frequentazioni. Il tutto mi arrivava leggermente in ritardo, colpa dell'alcool.
Poi arriva la fatidica domanda fatta da Ed.
-Tu Ali? Storie amorose?-
Mo'? Che cazzo racconto?
-La faccio abbastanza breve. In primis, non sono mai stata innamorata in vita mia...-
Solita roba che faccio, mi do le sprangate sui denti da sola. Frasi taglienti come bisturi.
-...poi sono stata con un tipo che non ha mai voluto baciarmi o tenermi per mano; poi con uno che, dopo cinque mesi, ancora non voleva mettersi con me per la vergogna...peccato che quando ho deciso di tagliare i ponti, ha pianto come un poppante; l'ultimo con cui mi sono vista, invece, era un drogato, alcolizzato, psicopatico e bipolare.-
Silenzio.
Mi sono abbastanza autoconvinta che, ormai, è quello che merito, no?
Relazioni malsane senza logica e senza sentimento, sono il mio forte. Davvero.
Ad essere sincera non mi ricordo nemmeno cosa mi abbia risposto, ma ricordo bene quello che ha raccontato lui sulla sua ex.
E' un ragazzo molto semplice, e ragiona anche abbastanza bene. Sembra tanto un fancazzista, ma in realtà è una persona molto tranquilla.
Io invece cercavo di non comportarmi da sociopatica, dato che quello che accade nella mia testa è da galera.

Al termine della serata, siamo andati verso la piazza, in cerca di un taxi che ci portasse a casa. Lui ha deciso di rimanere con noi. Forse lo ha fatto più per Sofia che per me. Nel senso, ho notato quanto andassero d'accordo, e forse se non fosse stato per Robin di mezzo, sarebbe pure nato qualcosa tra i due.
Sofi abbraccia Ed, lo stringe forte a sé.
Ricordo di aver provato un'immensa tristezza.
Perché ho dannatamente ragione.
Finisco sempre per aver ragione.
Non potrò mai essere la ragazza che si distingue, la ragazza che in realtà nasconde tanta bellezza, sotto quei suoi kili di troppo. Sarò sempre solo: Alana, la ragazza di buona compagnia, ma troppo grassa per combinarci qualcosa.
Credo che lei se ne sia accorta, così ha cercato di riparare la situazione con un -Abbraccio di gruppo!-.
Io non ho mosso un dito, e dato che la corazza ormai me l'ero costruita, me ne sono uscita con un -Ma devo per forza farlo anche io? Non mi piacciono gli abbracci.-.
Sì, certo. Bella scusa.
Così al -Ma smettila!- di Ed, ho lasciato che quell'abbraccio mi nutrisse l'anima, nel profondo. Ho lasciato che lo spirito si addolcisse, e diventasse più soffice, ritirando gli aculei.
Ho appoggiato il visto sulla sua spalla. E mi sono riscaldata col suo stesso calore.
L'attimo.
Due lunghi respiri, e la mia corazza già cominciava a sgretolarsi.

Alle sei del mattino eravamo nel letto, io e Sofi.
Messaggiavo con Ed, che aspettava ancora il pullman alla fermata. Mi sembrava fosse opportuno ringraziarlo, senza lasciarlo del tutto solo, al freddo.
Poi un improvviso sonno mi chiamava. La tristezza cominciava di nuovo a farsi largo tra sentimenti ammalati.
Ho dato le spalle a Sofia, e ho lasciato che una piccola lacrima cadesse sul cuscino.

L'oscurità mi cullava.