martedì 31 gennaio 2017

- Uomini - Incontri del terzo tipo.

Questa sera sono più nervosa del solito, perché? Perché non capisco gli uomini.
Che strana razza. Alieni. Forse l'ostrogoto sarebbe più comprensibile e più facile da tradurre.
Ora vi prego di spiegarmi, voi omini, cosa vi passa per la testa. Aveva ragione Stromae, con il testo di Tous Les Memes:

Brutta o bella, non va mai bene!
Scema o bella, non va mai bene!
Bella o me, non va mai bene!
Me o lei, non va mai bene!


Che poi la traduzione è terribile, ma è per farvi capire che a loro non va mai bene nulla. O sei troppo distante, o sei troppo acida, o sei stronza, o sei insensibile, o troppo dolce, o troppo docile, o timida, o non troppo bella, o troppo grassa. 
Quanti casi umani ho incontrato, voi non avete nemmeno idea.
E poi se ne escono dicendoti le solite frasi fatte 
"Meriti di meglio"
"Non sono pronto per qualcosa di serio", e poi alla prima li incontri con la nuova ragazza.
"Sì mi piaci ma non voglio rovinare l'amicizia", e poi la tua amicizia non la vogliono nemmeno.

Ma esattamente, di cosa vi fate? Spiegatemelo. No perché siete esseri affascinanti, ammetto, ma siete da documentario. Per meglio dire, da ricovero. 

Vi racconto questa.
Allora, due mesi fa conosco un ragazzo per chat (perché di questi tempi incontrare persone dal vivo la vedo difficile), parliamo molto e scherziamo altrettanto. Lui niente di che. Non amo fissarmi sulla bellezza, anche perché non potrei permettermelo data la mia esperienza con la mia suddetta autostima - che non so manco dove sia, se la vedete fatemi un fischio - quindi niente, mi faccio piacere chiunque si mostri un po' gentile e dolce con me. Sì, ma poi il guaio è che mi ci fisso. 
Va bene, fatto sta che all'inizio, come spesso capita, si comporta da ragazzo carino e coccoloso. Quello che mi cerca sempre, che se non ci sentiamo gli manco. 
Parliamo anche di vederci un giorno, fino a quando...eheheh, pensavate andasse bene eh? Io no, manco per il cazzo. Quindi va bene fino a che un pomeriggio non mi rivela di esser geloso di una sua amica parecchio distante da lui. Ah, mi sono dimenticata di dirvi che io e lui abitiamo almeno a cinque ore di distanza. Ma comunque lui è GELOSO di una sua CARA AMICA. Mh, sì ok. 
Ecco, è esattamente qui che mi sale il genocidio. 
Ma questo grande potere di prendere tutti per il culo dove lo avete acquisito? No perché siete dei mitici, davvero.
Comunque mi incazzo, come faccio ormai ogni giorno, e gli chiedo per favore di non prendermi per il culo. Lui, ASSOLUTAMENTE, non mi sta prendendo per il culo, mica mi ha scritto per noia, dice. Va bene, gli credo e facciamo che non ci penso. 
Ora, dopo due mesi, ha preso l'andi di rispondermi svogliato e a monosillabi, e no, non ci siamo ancora visti. Così stasera mi sono fatta sentire, e dopo la sua scusa del "è il periodo" gli ho detto chiaramente di riprendersi e di fare pace col cervello, insomma, e poi magari di fare un fischio, 'sto banfone.

Appena sento il fischio gli tiro una vanga sui denti, altroché. 

domenica 29 gennaio 2017

Paura dei mostri?

-Dove sei di bello?

                      Sono al cinema con Sofia-

-E cosa guardi?

                   Un film sugli alieni, Arrival-

-Così non dormi 😂

Ahahah non sono più una bambina, papà-




Dovete sapere che quando ero piccina, come tutti i bambini, ero spaventata da molte cose. Oltre all'idea dell'esistenza degli ufo e di quegli omini grigi con la testa allungata e gli occhi a mandorla neri, ero terrorizzata anche da fantasmi e dai robot. No, niente uomini neri. Per non parlare di quella volta che andai a Torino al Museo Egizio con la classe elementare. La notte rimasi sveglia con la paura che uscissero, da un momento all'altro, delle mummie da sotto al letto. Ho sudato freddo e pianto quella notte, con mia madre che innervosita mi urlava di dormire. Sì, la stressavo così tanto da ricevere solo rimproveri. 
Ero una bambina difficile, lo sono sempre stata. I dinosauri però mi piacevano; mio padre, litografo, portava spesso a casa delle riviste in francese con degli stickers enormi sui dinosauri. Ed io ne ero tremendamente affascinata. Ma allo stesso tempo ero spaventata pure da quelli. 
E' una cosa stupida, non credete?
Eppure mi ritrovo anche ora, come allora, ad aver paura di alcune cose nonostante ne sia attratta. E' la regola delle cose belle e pericolose. E' il prezzo da pagare, la paura. 
E' così strano come però affronti le cose in modo diverso. A dieci anni, quando passava per tele il film sui dinosauri, io me lo guardavo, con l'ansia alla gola e le manine sul volto, a coprirmi un occhio sì e l'altro no. Ma lo guardavo, fino alla fine. A vent'anni se mi capita di dover affrontare dinosauri, mostri o fantasmi, scappo. Forse perché la vita reale fa decisamente più spavento. 

Mio padre è una di quelle persone con cui ho litigato parecchie volte, e anche in modo pesante.
Sono stata arrabbiata, e lo sono tutt'ora, con i miei genitori. Per essersi lasciati, per aver lasciato che venticinque anni di matrimonio diventassero solo vecchi ricordi. 
Erano belli i miei genitori assieme, soprattutto visti nelle foto e immaginati nei loro racconti. Ma non tutto è destinato a durare per sempre. 
Ci ho litigato, per aver lasciato che altre persone diventassero la sua nuova famiglia, perché la sera non tornava più da me a casa. Ci ho litigato per avermi creduta più grande di quel che sono, più forte e indipendente di quel che sembro. 
Ma sapete, dopo passa. Tutto passa. Perché i genitori bisogna goderseli, quando si può. 
E anche quando tutto ti spaventa, quando ti punti come un cagnolino terrorizzato, loro son là. Sono le uniche persone, che alla fine del tunnel, ritrovo sempre. 

Così l'altro giorno ho abbracciato piangendo mio padre e mia madre, insieme, dopo tanto tempo. E mi son sentita di nuovo una bambina, terrorizzata dai mostri, ma pur sempre protetta. Finalmente di nuovo protetta. 



mercoledì 25 gennaio 2017

Una lettera a me stessa

Cara me,

    questa sera vorrei potermi scusare. E' un po' che ho smesso di parlarti, è un po' che ho smesso di guardarti negli occhi. Già, io non volevo vederli quegli occhi tristi e perduti, non volevo rendermi conto del male che stai subendo. Scusami. Si può essere egoisti e masochisti allo stesso tempo?
Dove guardi?
A cosa pensi?
Non te l'ho più chiesto.
Tu pensi di aver perduto molto, ed è vero. Ma sei qui. Vivi. Ti svegli ogni giorno e puoi camminare sulle tue gambe, puoi usare le mani per lavarti il viso con l'acqua fresca, e guardarti allo specchio e cercar ogni giorno qualcosa...qualsiasi cosa, anche piccola, che possa piacerti. Puoi ammirarlo il tramonto, e le nuvole, e sentire quanto sia piacevole il calore dei raggi del sole sulla pelle. Puoi sentirlo il vento, il suo fischio, e il fruscio delle foglie. E il profumo di fieno...puoi sentirlo, e solo io so quanto ti piaccia. Puoi permetterti di dormire in un letto caldo, e magari anche accanto a tua madre o tuo padre, che tanto ami. Puoi ricevere l'amore e la fedeltà del tuo cane, puoi sentirti meno sola con lei. Anzi, tu non sei sola. Hai intorno persone che ti vogliono bene, persone che ti tengono vicina, perché lo sanno che sei fragile e che, forse, potresti spezzarti.
Tu respiri.
Tu sei giovane.
Tu sei l'uragano.
Tu sei destinata a grandi cose.
E sembra una frase di un film, ma ti è stata detta. E sì, era proprio destinata a te.
Devi crederci.
Ripetitelo. Respira e ripetitelo.
So quanto ti piaccia vagare con l'immaginazione anche quando sei in mezzo al mondo. Immagina quindi la tua vita come un grande film di successo, di ogni genere. Un mix: fantasy, horror, drammatico, d'amore, thriller, fantascienza, storico. Ficcaceli tutti questi generi. E immaginati le musiche. Sì...sai, quelle d'effetto. Immaginati la suspense, prima di una prova, prima di una risposta o di un incontro. Immaginati la gloria, il dolore e l'amore. Immaginati nel Rinascimento, su di un cavallo bianco, al galoppo mentre imbracci una lancia. Immaginati di combattere il nemico, di farlo anche se ormai non senti più i muscoli, o le voci dei tuoi compagni.
Però ricorda: sei tu la protagonista, e anche la regista.
Credici.
Ce l'hai ben impresso nella mente?
Hai gli occhi che parlano, hai il corpo e le fattezze di una che ha lottato. Che è sopravvissuta solo grazie ai suoi metodi, se pur sbagliati. Tu puoi migliorare, ma non devi ripudiarti. Il corpo è la fonte della tua forza, l'anima è la fonte della tua energia. I tuoi fianchi larghi e morbidi, il tuo ventre tondo, e le tue gambe, sono la prova che forse la vita non ti ha permesso troppa serenità. Ma guardalo come il tronco di un grosso albero. Un albero che viene piegato dal vento, un albero che viene sciupato dalle intemperie. Ma il tronco è spesso, è elastico. Il tronco non si è spezzato. E l'albero per continuare a fiorire, per mantenere un colore brillante, deve esser curato.
Curati.
Puoi tornare a splendere.


Quindi ti chiedo immensamente scusa, perché tu non meriti di esser dimenticata. Tu sei un fiore prezioso, e ricorda che la vita è fatta di alti e bassi, l'importante è superare e accettare tutto.
Come ho detto prima: devi dare spazio ad ogni genere.

Sii la protagonista del tuo unico e grande film.

Con affetto, te stessa.