sabato 26 marzo 2016

L'inizio della fine

26/03/2016

L'inizio della fine.

Si parla solo più di ore, di alcune ore che separano l'inizio della fine alla fine stessa.
Finisce solo quello che non è mai potuto essere.
Siamo stati sciocchi.
Tanto bravi a costruirci interi edifici dove poterci riparare, a renderli alti e possenti. Ma poco furbi ad esserci dimenticati che l'importante non sono i muri, ma le fondamenta. Che senza di esse tutto crolla.
Nulla. Tutto passa.
Passa la felicità.
Passa il dolore.
Passa l'amore.
Passano i giorni.
Passano le persone.

Vorrei solo dire una cosa a me stessa, all'Alana che sono ora, e a quella passata. Scusa. Scusami per aver lasciato che qualcuno potesse mettere mano sul tuo cuore, scusami per averti lasciato soffrire anche questa volta. So benissimo che non te lo meriti. So quanto vali, anche se spesso sono stata molto crudele. E sai perché piango? Perché non ti vedo felice, ed è tutta colpa mia. Come facciamo a vivere felici se poi finisco per trascurarti? Se fossi un'altra persona ti abbraccerei, perché è quello che ti meriti: un lungo e caldo abbraccio. Così che tu possa rilassare l'animo senza paura di cadere. Ma purtroppo io sono te, ed è qui il casino. Sappi però che ti abbraccio, vicino al cuore. Che le ferite te le curerò con amore. Che sei bella, che sei forte e che ti ammiro. Per quanto tu possa pensare di essere sola, non lo sei. Anche se è poco ci sono io con te, con me.
Ti vorrò bene, anche quando gli altri smetteranno di farlo.
Ti coccolerò.
Ti chiedo scusa.
Ti abbraccio.
Sii forte Alana, perché noi lo siamo.




"A volte bisogna perdersi per imparare a seguire."
-Ezio Bosso-
  

lunedì 14 marzo 2016

I collapse

Perche' a me mai?
E' una delle domande piu' frequenti che mi pongo.
Perche' a me non succede mai?
Perche' non posso raggiungere un qualcosa che tanto desidero?

Ho un mal di testa talmente forte che non riesco nemmeno a stare in piedi. Il mio cranio mi sta chiedendo pieta', mi sta chiedendo di smetterla di accumulare cosi' tanta negativita'.
Oggi giornata pessima. Una lezione di canto altrettanto schifosa e solo tanta tristezza. Dopo parecchio tempo sono tornate le mie lacrime, cosi', a scaldarmi le guance e a salarmi la bocca. Dopo tanto tempo perdo di nuovo la speranza.
Eterna infelice, e' quello che sono. 
Un ammasso di speranze andate a farsi fottere. Un insieme incredibile di illusioni schiantate al suolo. Sbagli. Solo sbagli, e nient'altro.
Non chiedetemi di fidarmi, di nessuna persona e di nessun dio. Non fatelo piu'.
Mi chiedo come si possa essere cosi' un disastro. Mi chiedo quanto possa essere dannosa per le persone che mi sono accanto. Perche' io porto solo dolore, per me e per gli altri.
Tante volte mi son detta -Ali, chiudi con tutti. E' meglio. Chiudi.- Non ho mai avuto il coraggio. Perche' indietro non si torna, e andare avanti fa paura.
Chiedo spesso a cio' che mi e' rimasto di mio nonno di proteggermi, di indicarmi la giusta via, di donarmi un po' di felicita'. Io sento di meritarla, cosa devo aspettare?

Perche' qui fa sempre cosi' tutto schifo?

mercoledì 9 marzo 2016

Sesto Senso, vade retro

Oggi giornata inutile. Come la maggior parte delle mie giornate, insomma.

Mi sono svegliata parecchio tardi, perché STRANAMENTE ho ripreso un brutto giro. Solo che ieri sera il film Divergent mi ha presa troppo. Averlo il coraggio di Trice, mannaggia.
Mi son svegliata e ho acceso il cellulare, c'era un messaggio su Whatsapp. Un invito ad uscire da parte di Ed, così ho cominciato la giornata piuttosto bene, con la carica giusta.
Domani sera. Un semplice giro in centro. Tanto per vederci e farci due chiacchiere.

Era ora di pranzo ormai, mia madre arriva, mi fa vedere una camicetta e due pantaloni appena presi al mercato e bon, finalmente mi alzo dal mio seducente letto.
Prendo tutto quello che ho da prendere - pastiglie e fiale di Naturhouse - e poi come se nulla fosse pranzo con due ovetti Kinder. Cioè, parliamone. Dove sta la logica?
Il fatto è questo: mettetemi davanti del cioccolato, al latte in particolar modo, e io mi dimenticherò persino di dove mi trovo. Come se i miei pochi neuroni si sciogliessero davanti a tanta bontà, il tutto seguito da occhi che brillano e eccessiva salivazione. Tipo bavetta alla bocca, insomma.

Nel pomeriggio mia madre entra in camera. Io presissima davanti al computer a giocare a The Sims - almeno una vita sociale lì ce l'ho - e lei che mi parla del fatto che oggi avrei dovuto fare la tinta. Un po' come per dire <<Tesoro, così non te se po' più guardà.>>. Infatti ha ragione, ma questa è la fortuna di avere una mamma parrucchiera.
Ho passato tutto il tempo a rimandare, "facciamo stasera" continuavo a dire. Finché non ho fatto dieci minuti di cyclette e dieci di step - tanto per rimediare allo sgarro del pranzo - e poi cenato.
Un po' di pollo, cime di rapa e yogurt che subito mi viene una strana sensazione allo stomaco: il presentimento. Sono tipo una veggente a volte, e questo un po' mi spaventa.
Penso subito a Ed, all'uscita di domani sera. Semplicemente non me la immaginavo. Mh, brutto presentimento. Mi alzo e torno in camera mia, dove il cellulare era attaccato alla presa, in carica. Accendo, tiro giù la tendina e leggo:

Ed <3: ascolta, domani sera alla fine non poss...

Eccallà. Porca troia. Ma io i fatti miei, mai? Cioè, ma le mie sensazioni si prendono gioco di me?
Ci azzecco sempre! Sto cazzo di sesto senso...liberatemene.
Così, ora sono in camera. Triste e sconfitta, per l'amor del fottuto cielo. Allora mi viene da pensare "non è destino, non è mai destino".

Alana Alana, maledetta sfigata. Ti odio.

domenica 6 marzo 2016

Ancora una volta

Ok, sono in crisi.

Credo che questa notte non chiuderò occhio. No, non lo farò. Se provo anche solo ad infilarmi sotto le coperte e a chiudere gli occhi, i demoni mi soffocano.
Capite? Sono sempre lì, che aspettano il momento più opportuno per trascinarmi in basso, sempre più giù.
Avevo detto di non avere paura. Mi son sentita forte, per davvero. Ma ora tremo, e non so che fare.
Don't fade, mi accompagna in questa notte buia.
Esatto, non svanire. Perché se svanisci ora, io mi annullo.
Così tremo, tremo forte, e mi trema il cuore e la ragione, e lo stomaco, e le labbra. E io continuo a pensare non svanire prima di raggiungere la riva, voglio vedere il tuo viso.

E' incredibile come non mi abitui mai a perdere. Dopo tanti anni ancora non riesco ad accettarlo. Ma questa volta la vita è stata davvero crudele. Questa volta ha voluto che vedessi, che sentissi, che toccassi un sentimento tanto più grande di me, per poi strapparmelo dal petto con forza. Stavolta ha voluto che ci credessi, mi ha dato speranza, mi ha fatto salire sulla vetta. Fin lassù. E ci ero quasi arrivata, giuro. La serenità sembrava semplicemente una stanza accogliente, a cui potevo accedere anche io. Ma quando trovi la porta chiusa, non ci sono altre entrate. E tu fuori, al gelo, ti senti persa. Immersa in una folta nebbia.
Tutto è bianco.
Tutto è fermo.
Tutto tace.

Non svanire.
Me lo ripeto.
Non lasciare che mi perda.
Vorrei dirtelo.
Aiutami. Solo tu puoi. Aiutami.
Te lo sto chiedendo. Con gli occhi, con la voce, con le mie mani. Perché solo tu puoi.

Oggi è nevicato.
E l'aria pura e fresca passava tra le fessure della finestra.
Tutto era bianco.
Chi lo avrebbe mai detto che un qualcosa di così candido e soffice avrebbe preceduto attimi di terrore. Ho guardato semplicemente il terreno coperto dalla neve, e mi son sentita di scriverti. Perché dovevo aggiungere allo spettacolo della neve la tranquillità che provo quando ti sento. Sì, mi fai sentire in pace con il mondo, persino con me stessa. E se ti perdo che faccio?
Ma le ombre mi attendono, e appena mi staccherò da qui mi divoreranno. Lo so, le sento. E ho paura. Una paura matta di svegliarmi domani mattina, e sentire lo stomaco lacerato, e la gola chiusa. Di svegliarmi e accorgermi di essere stata ferita, e di sentire il dolore dei lividi e dei tagli.
E' l'attesa...che uccide. E' lei che mi annienta.

E allora, quando perderò, vedrò quell'espressione che assumono le persone che hanno creduto di potermi vedere felice. La vedrò sul volto di mia madre, su quello di Sofia. Lo sentirò nel cuore il sorriso di mio nonno che si spegne.
Il volto della sconfitta.
Duro e cupo.
Incorniciato dalle rughe, dalla pelle pallida e da sogni perduti.
Allora i pugni si scioglieranno e le braccia cadranno lungo i fianchi.
Il vuoto accoglierà il mio corpo, fermo in piedi, e io starò osservando l'immagine cruda del paradiso che brucia. Toccherò ancora una volta il mio pensiero, ed esso si trasformerà in polvere.




Mi sentirò ancora una volta così.
E tutto si ripete, ancora una volta.
Sempre.


Don't fade - Rachel Sermanni