giovedì 5 maggio 2016

Un amore platonico

-When youìre too in love to let it go.-

Un semplice verso di una canzone spiega la mia attuale situazione.
Quando sei troppo innamorato per lasciare andare. Può andare peggio?
Sono nella tipica fase di dolce e tranquilla malinconia, quella dove vai avanti ma rimani comunque ancorato nello stesso punto, perché muoversi procura dolore. Solo dolore.
Invece la semplice rassegnazione risulta comoda. 

Quindi son tornata. Dopo un lungo periodo di pausa, in cui ho potuto metabolizzare bene tutta la situazione, ritorno. Non vi prometto nulla, perché a volte avrei voluto scrivere, avrei voluto sfogarmi, ma i disastri erano troppi per fare ordine. E può accadere molto altro, e io non so come reagirò, e non so se sarò pronta a mettermi qui, davanti ad uno schermo, a scrivere le mie sventure. Perché poi succede questo, che non so di cosa parlarvi. 
Quindi: punto e a capo. Lo faccio spesso, nella vita come nel blog. Mi da la certezza di poter cambiare argomento senza incasinare tutto, senza fare pastrocchi. Giusto un attimo per fare ordine. Ma questa volta non riesco a chiudere proprio nulla. Chiudere la "storia" con Ed è fantascienza per me, non esiste. Abbiamo litigato spesso nell'ultimo periodo, e non so dirvi cosa sia cambiato. Forse per il fatto che mi sono dichiarata un'ennesima volta, in cui per venti minuti ho parlato solo io a mitraglietta e lui è rimasto ad ascoltare. Così ad un suo rifiuto - momentaneo - io mi son ritrovata di nuovo con una poltiglia di sentimenti in mano, di cui non me ne faccio assolutamente nulla. Ok, potrei amare in modo platonico, e forse è quello che ho deciso di fare, ma se penso che non potrò mai baciarlo mi vien male. Sì, non desidero altro che poter assaporare le sue labbra, senza tempo, senza pensare, senza pentirsi.
Ho detto momentaneo, forse perché spero sempre un po' che magari accada qualcosa, magari una mancanza che capisce di poter colmare con la mia presenza, solo con la mia. Magari un abbraccio, un lungo abbraccio che si trasforma in qualcosa di più profondo, un ricordo, la voglia di volermi ancora un po'. Perché poi lui ha detto che gli son sempre piaciuta. Devo credergli, perché dirmi una balla quando tanti gesti son stati reali, concreti?
Non so cosa mi dia la forza di continuare, forse il fatto che lui sia l'unica persona in grado di rendermi felice, ma felice veramente.

Ma tanto senza quegli occhi non vivo.

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